1 - Un caffè, tante storie, un sogno

Lady B
Classe: IV 

Ogni giorno alle 16 in punto il signor Ernesto Leo, commissario di polizia ormai in pensione, si recava al caffè Mozart, si sedeva al suo solito tavolo vicino all'unica finestra che dava sul fiume e sorseggiava lentamente caffè. Ogni giorno alle 16 in punto Amelia incominciava il suo turno di lavoro e gli portava il suo solito caffè nero bollente accompagnato da qualche dolcetto a base di pasta di mandorle. Il signor Leo, conoscendo la giovane fin da piccola e sapendo la sua passione per i gialli, ogni giorno le raccontava alcuni dei tanti casi che, nel corso della sua carriera, riusci a risolvere. Sapeva che la ragazza sognava di entrare in polizia ma purtroppo la giovane era costretta a lavorare per badare alla madre malata e sola. Per Amelia ormai quella era diventata un'abitudine. Appena però egli arrivava proprio sul più bello si fermava, la faceva l'occhiolino e le sorrideva. La ragazza, avida di sentire il resto, lo incitava a proseguire ma il vecchio Leo le diceva : «Cara Amelia, il finale te lo racconterò domani, cosi avrai un motivo per cui aspettarmi». Amelia a quelle parole sorrideva, stando al gioco del commissario, e rispondeva :«Allora a domani signor Leo». Il giorno dopo l'ex commissario però non si presentò al bar. Amelia lo attese con ansia ma i giorni passavano e dopo qualche tempo ricevette una visita a casa sua dal postino. Era molto raro che la giovane e la madre ricevessero delle lettere. Il postino le mise in mano una lettera che recava come mittente il signor Ernesto Leo. Dopo averla letta Amelia pianse. Il suo caro ed unico amico era morto, da tempo malato. La lettera, oltre a portare un addio alla giovane, diceva:

«Cara ragazza, so che avrei dovuto dirti della mia malattia di persona ma non ne ho avuto il coraggio. Se stai leggendo questa lettera significa che ormai sono in un posto migliore ma non ho dimenticato di terminare il mio ultimo racconto, rimasto incompleto durante il nostro ultimo incontro. Quello che avevo iniziato a raccontarti era stato un caso che per anni mi aveva ossessionato poiché non riuscivo a risolverlo e tutt'ora, ahimè, è rimasto irrisolto. Quindi sarai tu, cara Amelia, a svelare il mistero, lo non ho figli o parenti prossimi ai quali lasciare la mia eredità quindi ho deciso di lasciare tutto a te, bambina mia. Ora potrai intraprendere il tuo sogno e aiutare tua madre. Risolvi il caso per me Amelia e finisci tu il mio racconto...» .

Amelia sorrise, strinse la lettera al petto e ringraziò il vecchio Leo. Corse dalla madre per riferirle che le porte del suo destino si erano finalmente spalancate e tutto ciò grazie ad un caro vecchio commissario al quale aveva semplicemente servito caffè per diversi anni.

 

Vota questa storia: